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" . . . la luce , i colori, ilclima, l’affabilità della gente, la storia, la cultura, la posizionegeografica, il mare: sono mille e mille gli elementi che concorrono afare di Taranto un luogo inimitabile e pieno di fascino. Forse non ègiusto renderla immobile nelle immagini, giacchè questa città è davivere e da godere, dono prezioso di Dio e della Natura; e tuttavia èattraverso le immagini che si può tentare di trasmettere le emozioniprofonde che Taranto è capace di provocare, per invitare a conoscerla ead amarla. Perchè conoscerla, oggi, significa restarne affascinati econquistati: significa amarla "

 

 

L’8 luglio del 1894, nasceva a Taranto Maria Annita Pappacena, il cui nome d’arte fu Anna Fougez, vedette internazionale del cafè chantant. Bella e fatale, elegante e ricercata, di lei si ricordano i lunghi bocchini, un profumo e un memoriale, scritto nel 1931 e intitolato Il mondo parla e io passo. Fu artista eclettica e si mosse dal repertorio drammatico a quello più leggero; compose lei stessa delle canzoni, interpretò film, formò una compagnia tutta sua, la Grande Rivista Italiana… e si ritirò a vita privata negli anni Quaranta. Riposa nel cimitero cittadino nella tomba di famiglia dei Pappacena.

 

annafougez

Figlia di Zeus e Demetra, fu rapita alla madre da Hades al quale era toccato il dominio sull’Erebo. La sua vita tutta sotterranea dava al dio un aspetto lugubre e malinconico, per cui nessuna dea e nemmeno alcuna donna mortale avrebbe mai acconsentito a sposarlo. Hades aveva notato la bellissima Persefone e in tutta segretezza aveva ottenuto dal padre Zeus il permesso di rapirla. E ciò fece, mentre la giovinetta era in un prato intenta a raccogliere fiori. La madre Demetra, dea dell’agricoltura, mite e benevola con gli uomini, la cercò affannosamente per tutto il mondo e, non avendola trovata in alcun luogo, per vendetta rese infruttuosa la terra. Gli uomini morivano di fame. Allora Zeus, per salvare il genere umano e per placare la dea, dispose che Persefone vivesse due terzi dell’anno con la madre sulla terra e un terzo presso il marito nell’Erebo.

 

persefone

 

Il mito simboleggiò dapprima il seme del grano che in autunno viene seppellito sotto terra e,poi, germoglia in primavera e più tardi venne a simboleggiare la morte del corpo umano e la resurrezione della sua anima. Persefone finì così per assumere una duplice funzione : quella di divinità degli Inferi e quella di divinità agraria, indicata anche con il nome di Kore, simbolo della natura.

A Taranto fu venerata come Persefone Gaia.

Il 9 gennaio del 1900, in via D’Aquino, nel palazzo d’Ayala, venne inaugurata una sartoria gestita da Grazia Carnevale, già tagliatrice in un noto magazzino di moda parigino.

 

grazia