Legge 33 del 14.03.2013 - art. 15
Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33
Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni
(titolo così sostituito dall'art. 1, comma 1, d.lgs. n. 97 del 2016)
(G.U. n. 80 del 5 aprile 2013)
..........omissis...............
Art. 15. Obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi di collaborazione o consulenza
1. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 9-bis e fermi restando gli obblighi di comunicazione di cui all'articolo 17, comma 22, della legge 15 maggio 1997, n. 127, le pubbliche amministrazioni pubblicano e aggiornano le seguenti informazioni relative ai titolari di incarichi di collaborazione o consulenza:
(comma così modificato dall'art. 14, comma 1, d.lgs. n. 97 del 2016)
a) gli estremi dell'atto di conferimento dell'incarico;
b) il curriculum vitae;
c) i dati relativi allo svolgimento di incarichi o la titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione o lo svolgimento di attività professionali;
d) i compensi, comunque denominati, relativi al rapporto di consulenza o di collaborazione, con specifica evidenza delle eventuali componenti variabili o legate alla valutazione del risultato.
.....omissis.....
4. Le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati cui ai commi 1 e 2 entro tre mesi dal conferimento dell'incarico e per i tre anni successivi alla cessazione dell'incarico.
....omissis.....
In questa Sezione i dati relativi alla Direzione LL.PP.
Allegati
ELENCO INCARICHI E CONSULENZE 1° E 2° SEMESTRE 2016
Curriculum dott. agr. Luigi CARETTA
Curriculum Ing. Marcello LATANZA-1
Curriculum Ing. Marcello LATANZA-2
Curriculum Ing. Domenico MANCINI
Curriculum Ing. Luigi PERRONE- PRO.GEN.
Curriculum Ing. Giuseppe DEREDITA
Curriculum Ing. Giuseppe FRANCO
Curriculum Ing. Angelo MICOLUCCI
Curriculum Ing. Ignazio MORRONE
Curriculum Ing. Arduino PAESETTO
Curriculum Ing. Alessandro ZITO
In questa pagina
- Le Funzioni - Urbanistica e Lavori Pubblici
- Viabilità Taranto
- Organigramma
- Elenco aperto di imprese per l’affidamento di lavori mediante affidamento diretto o procedura negoziata ai sensi dell’art. 36 del d.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50
- Elenco triennale degli operatori economici per affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria e altri servizi tecnici di importo inferiore a euro 100.000,00 del comune di taranto-direzione LL.PP
- Direzione ll.pp. - legge 190/2012 art. 1 comma 32
- Legge 33 del 14.03.2013 - art. 23- provvedimenti dirigente
- Legge 33 del 14.03.2013 - art. 15
- Direzione Pianificazione Urbanistica - Piano mobilità
Palazzo Galeota
Costruito nel 1728, espressione dell'architettura napoletana, è impropriamente conosciuto come PALAZZO GALEOTA, dal nome della famiglia che lo scorso secolo acquistò il palazzo. Dagli archivi è emerso, però, che l'elegante palazzo barocco venne fatto costruire da don Vincenzo Cosa,canonico della cattedrale di Taranto.
Don Vincenzo nel giro di pochi anni seppe accumulare una discreta fortuna.Gestì con disinvoltura alcuni pii legati e una cospicua attività creditizia. Ma più di ogni altra cosa desiderava che la sua famiglia fosse inclusa nella nobiltà cittadina. Ed il canonico ci riuscì, combinando il potere economico con il matrimonio di suo fratello Domenico con donna Rosa de Cordova di Napoli.
Il palazzo venne quindi costruito per rendere visibile l'appartenenza dei Cosa all'aristocrazia. Don Vincenzo acquistò alcuni immobili attigui a dove oggi sorge il palazzo e, di altri, entrò in possesso per insolvenza dei debitori. Ma per ironia della sorte, dopo la morte di don Vincenzo e di suo fratello Domenico, il palazzo (seconda metà del Settecento) per saldare un debito passò alla famiglia Calò e poi ai Galeota. Del tanto vanitoso don Vincenzo e della famiglia Calò, insomma, si perse memoria.
Nel 1977 il Comune di Taranto, che aveva acquistato palazzo Galeota, lo ha fatto restaurare collocandovi la sede dell'Assessorato Comunale alla Cultura.
Vico Reale
Con VICO REALE entriamo in una struttura a corte tipica del mondo mediterraneo medievale, in cui si svolgeva gran parte della vita comune degli abitanti. Dignitose abitazioni di questo tipo erano destinate ad alcune fasce del popolo. Sin dal 1300 a Taranto c’erano case con scale di ingresso all’aperto, ma l’angolo ritratto nella foto rappresenta uno dei pochi esempi rimasti. La loggetta che copre questa scala di accesso al primo piano è di epoca molto più recente ed evidenzia i risultati dell’intervento di restauro.
Il 13 maggio del 1975 in questo vicolo crollò il solaio di un’abitazione e 6 persone persero la vita. E’ facile intuire in che condizioni di degrado fosse caduta Taranto vecchia prima degli interventi di risanamento. La zona in cui sorge Vico Reale, è una di quelle dove nella seconda metà dell’Ottocento venne realizzato un numero incontrollato di sopraelevazioni arrivando davvero al limite delle possibilità statiche. Venne occupato qualunque spazio libero, anche quelli vitali.
Una delle conseguenze dell’eccessivo numero di abitanti che pesava sulla città vecchia è il progressivo decadimento dei quartieri, che negli anni ’70 è poi sfociato nell’inesorabile abbandono da parte degli abitanti. L’esodo è stato solo in parte bloccato dal lento, ma continuo, intervento di recupero e restauro della città vecchia.
Palazzao Latagliata
PALAZZO LATAGLIATA è la sede, temporanea, di Palazzo di Città. Percorrendo la "ringhiera" (cioè quel lato di Taranto vecchia che affaccia sul mare ed era abitato dai nobili e dal clero) si nota subito un'interruzione nel profilo della "palazzata".
Quello che oggi è noto come Palazzo Latagliata, infatti, fu edificato per la famiglia Buffoluti intorno alla metà del Settecento, inglobando una schiera di modeste abitazioni ed espandendosi - impunemente - a danno del suolo pubblico. E che i Buffoluti facessero parte di coloro che davvero contavano, lo dimostra il fatto che a nessuno fu mai data licenza per costruire di fronte al loro palazzo, cioè in Largo Boffoluto (oggi Latagliata).
E' l'unica costruzione alla quale sia stato consentito, interrompendo la cortina degli edifici prospicienti la "Strada delle mura", di godere dell'affaccio diretto a Mar Grande. Palazzo Latagliata, contraria-mente a quanto avveniva nel XVIII secolo, non è dotato di una corte interna centrale. Agli inizi dell'800, estintasi la famiglia dei Boffoluti, passò ai Latagliata e divenne poi di proprietà comunale. Fra i tanti pregevoli immobili che impreziosiscono questo lato della città vecchia, ricordiamo: Palazzo Pantaleo e Palazzo D'Ayala Valva.
Doccioni e sgocciolatoi - Gargoyles and downpipes
La città vecchia è ricca di doccioni e gocciolatoi, che svolgevano le funzioni delle moderne grondaie. Se ne trovano in LARGO PENTITE, in via Duomo, nella Postierla Immacolata, in via Cava, in via Garibaldi, in vico Seminario ma l’elenco sarebbe ben più lungo. A volte sono dei mascheroni di gronda seicenteschi posti al di sotto del cornicione, come all’angolo di via Cava con Vico Vigile. Possono essere, però, collocati sulle facciate o anche decorativi.
English:
Gargoyles and downpipes
The old town is full of gargoyles and downpipes, which performs the functions of modern gutters. There are in LARGO PENTITE, in Duomo Street, in Posteria Immaculata, in Cava Street, in Garibaldi Street, in Seminario Alley but the list is much longer. Sometimes there are big masks drainage of the seventeenth century located below the cornice, such as at the corner of Cava Street with Vigile Alley. They can, however, be on the facades or even decorative.
E’ interessante notare che una vasta collezione di mascheroni simili è custodita nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto, poiché questi oggetti in terracotta facevano parte della produzione artigianale tipica della città greca. Dalla Magna Grecia in poi doccioni e gocciolatoi hanno conservato raffigurazioni a forma di animali grotteschi e mostruosi, per scacciare il malocchio. Ma non mancano quelli a forma di animali, come il leone e il grifo, ritenuti simboli di forza e coraggio.
English:
It 's interesting to note that a wide collection of similar big masks is kept in the National Archaeological Museum of Taranto, as these items were part of the handmade pottery typical of the Greek city.From Ancient Greece on gargoyles and downpipes have retained the shape of animals and grotesque monsters, to ward off the evil eye. But there are those in the shape of animals like the lion and the griffin, considered symbols of strength and courage.