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Con un mare limpido e azzurro dove si alternano insenature sabbiose e scogli, la "Città dei due Mari" è il paradiso dei velisti. I due specchi d'acqua, naturalmente al riparo dalla furia del mare, consentono di esercitare gli sport nautici durante tutto l'anno con la complicità di un clima mite.Taranto è lo scenario di numerosi appuntamenti agonistici organizzati, di solito, dalla Sezione Velica della Marina Militare, dal Circolo Velico dell'Ilva, dal Circolo Velico Alto Jonio e dalla Lega Navale.

 

ILMARE

 

Ogni fine settimana c'è una gara zonale - Taranto appartiene all'ottava zona - ma non mancano gare nazionali di alto livello come il trofeo Mariscuola che si disputa ogni anno a giugno, ed attira partecipanti da tutta la penisola. Le acque del mare di Taranto sono adatte anche al canottaggio, al windsurf e alle gare di pesca. Tutti da scoprire gli affascinanti fondali marini, a cominciare da Capo San Vito in Mar Grande dove - in immersione - si può ammirare il Cristo degli Abissi.

Siamo arrivati nel nostro secolo. La CONCATTEDRALE è stata costruita nel 1970 su progetto del famoso architetto Giò Ponti. Accanto al patrono di Taranto (San Cataldo) a partire dallo scampato terremoto di due secoli fa, la Vergine è ritenuta la protettrice della città. E così la Concattedrale è stata dedicata alla Gran Madre di Dio. Nel progetto realizzato da Giò Ponti, il luogo di culto doveva avere uno stretto legame con la tradizione marinara del capoluogo ionico.

 

CONCATTEDRALE

 

La facciata, infatti, rappresenta una "vela" che si riflette nell'acqua delle tre vasche collocate nel piazzale antistante, e cioè il mare. In realtà la Concattedrale ha una duplice facciata. La prima è lunga 87 metri e larga 35 metri. La seconda, in sostituzione della tradizionale cupola, è costituita da un doppio muro traforato (alto 40 metri) che si innalza a 50 metri dall'ingresso.

La chiesa superiore può ospitare 3.000 persone. Anche l'interno ci sono dei richiami marinareschi, come le due colonne ai alti del presbiterio che reggono delle ancore simboliche. L'organo è nascosto all'interno della chiesa, e il suono sembra che si propaghi in maniera corale. L'altare maggiore è tutto di pietra, con decorazioni in ferro rozzamente colorato di verde per la parte rivolta ai fedeli.

Lo stesso Giò Ponti dipinse sulla parete dietro all'altare l'Angelo dell'Annuncia-zione e la Madonna. Per oltre un decennio la Concattedrale è rimasta priva delle vasche per la sua "vela", che sono state ripristinate di recente dall'Amministrazione Comunale.

I giardini del Peripato sono il cuore verde della città e costituiscono uno dei motivi di orgoglio per l'Amministrazione Comunale, che ha fortemente voluto e realizzato i loro ripristino. Dopo 20 anni di incuria questo incantevole angolo di verde, che affaccia sull'azzurro Mar Piccolo è rifiorito.

 

VILLAPEROPATO

 

I giardini pubblici ufficialmente diventano proprietà del Comune nel 1913, ma già nel 1863 la famiglia Beaumont trasforma gli orti preesistenti in una lussureggiante villa.

Oggi fra le palme e i pini rigogliosi sono tornati i colori di fiori stagionali e perenni, la simmetria di cespugli e aiuole, lo stagno è animato da papere e oche, i giochi fanno la gioia dei bambini.

Il rapporto che lega Taranto ai militari è fortissimo. Ogni mese passano dalla città circa duemila reclute per l'addestramento in Marina e Aereonautica Militare.Il monumento al marinaio rappresenta il legame che si instaura fra Taranto e i tanti Militari di passaggio.

 

TARANTOMARINAMILITARE

 

La scultura in bronzo, realizzata da Vittorio Di Cobertaldo, è un dono fatto nel 1974 dall' ammiraglio di squadra Angelo Iachino. L'opera, alta sette metri, raffigura due marinai che col berretto levato in alto salutano il passaggio delle navi all'entrata e all'uscita del canale navigabile. Da questo angolo del lungomare si ha una splendida panoramicadel castello Aragonese, delle isole Cheradi e dell'intero Mar Grande.

 

 

Questa immagine è stata scattata il 20 Marzo 1994: migliaia di tarantini hanno festeggiato la riapertura della fontana della Rosa dei Venti. "E' anche con venti avversi coraggiosamente navigheremo" recita l'iscrizione in latino sul bordo esterno della fontana, quasi ad anticipare i tempi bui che avrebbe attraversato. L'opera, realizzata negli anni '50 su un progetto dell'architetto Brunetti, è rimasta spenta e abbandonata per un decennio

 

FONTANAROSAVENTI

 

Riportata al bianco colore originario, rimessi in funzione i 21 getti d'acqua a cui si aggiunge lo zampillo centrale, sistemate le aiuole, la Rosa dei Venti è tornata ad essere un frequentato punto di incontro.La fontana deve il suo nome alla raffigurazione nel cerchio centrale delle teste di Borea, Grecale, Levante, Scirocco, Ostro, Libeccio, Ponente e Maestrale: i venti che soffiano sulla città e ne regolano il clima e la navigazione in mare.