Nel 209 a.C. Quinto Fabio Massimo espugnò Taranto e caddero combattendo da valorosi Democrate e Nicone, capi e soldati e Cartalone, comandante delle forze Cartaginesi e anche i Bruzii vennero uccisi in gran parte. La città venne depredata e circa trentamila cittadini tra tarantini e cartaginesi furono portati a Roma come schiavi. I romani, come racconta il Valente, non rispettarono nemmeno le vergini sacre dedicate al culto di Minerva Poliade: E bella fra tutte era Lisea che a schivar l’onta del disonore si f’è guida alle compagne, precipitandosi tutte dall’alto del tempio.