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Pur avendo alle spalle una lunga esperienza sindacale nel siderurgico come Rls e rappresentante nel comitato aziendale europeo, non riesco a ricordare un episodio così grave.

ArcelorMittal riesce sempre a stupirci.

Mi riferisco alle contestazioni disciplinari ai danni di lavoratori di ArcelorMittal, rei di aver condiviso sui profili social personali post a favore della fiction di Canale 5 “Svegliati Amore mio!” in cui ci sono riferimenti ai danni che l’inquinamento di un impianto siderurgico può arrecare alla salute dei cittadini. 

ArcelorMittal è riuscita a calpestare il sacrosanto diritto di ogni persona, lavoratore e non, a manifestare il proprio pensiero che è un diritto sancito dall'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere". 

In più, la Costituzione italiana all'articolo 21 recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

In quel "tutti" ci sono anche i lavoratori di ArcelorMittal.

Questa amministrazione sarà al fianco dei lavoratori vessati appoggiando ogni iniziativa in loro difesa e invita l’azienda a concentrarsi sulla realtà in cui versano i suoi lavoratori, piuttosto che sulle fiction.

I vertici di ArcelorMittal pensassero piuttosto ad ascoltare i lavoratori e una città intera che da anni chiedono rispetto, pensassero piuttosto a non ricattare un paese intero intimando a Invitalia di procedere con l’accordo del 10 dicembre, sottoscrivendo e versando un aumento di capitale di euro 400 milioni di euro.

Colgo anche l’occasione di ricordare a Invitalia, e al commissario Arcuri dal quale oggi la mia direzione Ambiente ha ricevuto solo dinieghi, che è una agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del Ministero dell'Economia. Quindi dovrebbe tutelare l'economia italiana, non gli interessi della multinazionale franco-inglese ArcelorMittal.

Paolo Castronovi

Assessore all'Ambiente Comune di Taranto

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