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Questa tipologia di lavoratori è stata la prima a fermarsi e, quasi sicuramente, sarà l’ultima a ripartire.

Il Ministro Franceschini ha proposto la riapertura di cinema e teatri nelle zone gialle a partire dal prossimo 27 marzo con il 50% delle presenze, ma il comitato scientifico ha stabilito che ciò avverrà con numeri molto più ridotti, e cioè con il 25% della capienza e un massimo di 200 spettatori al chiuso e 400 all’aperto.

Premesso che siamo a marzo, è quindi impossibile, a prescindere dai numeri, programmare una stagione dal momento che le compagnie teatrali sono ferme da mesi e i tour musicali non sono stati organizzati. A questo va aggiunto che sarebbe quanto meno difficoltoso prevedere quale colore riguarderà la nostra regione nei prossimi mesi, visto che l’aggiornamento avviene settimanalmente. E quindi, come sarebbe possibile programmare?

E poi, con questi numeri, quale teatro o cinema privato potrà mai sostenere la spesa per l’organizzazione di un qualunque spettacolo che, fra utenze fisse, personale, sanificazioni prima e dopo ogni replica, cachet, service, siae?

Se a ciò si aggiunge la paura che, sicuramente, condizionerà gli spettatori il cui stato d’animo, per quanto non vedano l’ora di tornare a sedersi nella platea di un teatro o di un cinema, non potrà prescindere dal timore del virus.

La fine dell’incubo, pertanto, sembra ancora lontana per i lavoratori dello spettacolo.

Ed è qui che, come è giusto che sia, subentriamo noi amministratori, perché noi che gestiamo teatri comunali e risorse pubbliche abbiamo il dovere di dare una mano nei limiti delle nostre possibilità, perché anche i nostri bilanci stanno subendo gli effetti della crisi economica, con tagli difficili da sopportare.

Il nostro dovere è quello di sostenere i nostri lavoratori dello spettacolo, senza, purtroppo, ristori che non sono previsti al momento è non sarebbero comune di competenza delle amministrazioni comunali.

Il nostro compito è quello di non fermarci, e continueremo a macinare progetti su spinta del Sindaco Rinaldo Melucci.

Appena ce ne hanno dato la possibilità, lo scorso 15 giugno, siamo ripartiti e non ci siamo mai arresi, inventando qualunque cosa pur di permettere ai nostri lavoratori dello spettacolo di continuare a fare il loro lavoro. Lo abbiamo fatto tutta la scorsa estate con decine di eventi, festival, concerti. E abbiamo continuato a farlo anche dopo, quando ci hanno chiuso. Lo abbiamo fatto con concerti, spettacoli, presentazioni di libri, lo abbiamo fatto spesso nel nostro Teatro Comunale Fusco - uno dei pochissimi teatri d’Italia a non aver mai chiuso - o nella nostra nuova Biblioteca Comunale.

La nostra ferma intenzione è quella di continuare, avendo un’attenzione particolare per i professionisti dello spettacolo della nostra città. Faremo tutto il possibile per far nascere iniziative che, accanto ai grandi nomi che vogliamo portare con i nostri festival, abbiano sempre una sezione rivolta a loro, la vera spina dorsale della cultura tarantina.

Nessuno può capire più di me quello che stanno provando, nessuno più di me può rizelarsi davanti a chi si permette di calpestare la dignità di chi ha dedicato la propria vita all’arte, facendo sacrifici inimmaginabili che solo noi possiamo conoscere, noi che abbiamo abbandonato tutto per diventare portatori sani di bellezza e di emozioni.

Fabiano Marti
Assessore alla cultura e allo sport

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