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Ringraziamo la Polizia di Stato e la Capitaneria di Porto per aver, ancora una volta, assicurato immediata tutela al territorio tarantino attraverso il sequestro dell’area litoranea di San Vito nei pressi dell’“Ex Lampara”.

L’area sottoposta a sequestro è stata individuata tra quelle che il Documento Programmatico e Preliminare al nuovo PUG, approvato in Consiglio Comunale all’unanimità con delibera n. 108 del 6 giugno 2019, ha ritenuto necessario rigenerare per una sua migliore fruizione e valorizzazione ai fini di una riqualificazione degli spazi e di una riconnessione del tessuto urbano tra San Vito e la città di Taranto.

Era noto infatti che la suddetta area fosse stata per anni oggetto di abbandono ed incuria, di fenomeni di abusivismo ed abbandono di rifiuti ed è per questo che l’attuale amministrazione ha dedicato già dalla scorsa estate diverse azioni di pulizia straordinaria e ripristino del decoro urbano.

Nella stessa ottica, lo scorso mese di novembre 2019, la Giunta Comunale ha approvato un atto di indirizzo teso alla progettazione e successiva realizzazione, nella suddetta area, di un nuovo parco pubblico per sottrarre l’intera area al degrado, salvaguardare il patrimonio paesaggistico e botanico vegetazionale e creare un nuovo corridoio ecologico fruibile dall’intera cittadinanza.

Con Deliberazione di Giunta Comunale l’amministrazione Melucci ha pertanto demandato al Dirigente della Direzione Pianificazione Urbanistica – Piano Mobilità la predisposizione di tutti gli atti conseguenti e necessari per la realizzazione del “Parco del Mar Grande”, a partire dalla redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, previa realizzazione di analisi ambientali, indagini conoscitive e ogni studio necessario per un’adeguata cognizione dello stato dei luoghi e del contesto in cui sarà inserita l’opera. Tali indagini preliminari prevedono, da normativa di riferimento, approfonditi studi storici, archeologici, ambientali, topografici, geologici, idrologici, idraulici, geotecnici atti a pervenire ad una completa caratterizzazione del territorio ed in particolare delle aree impegnate, sì come previsto dall’art. 17 D.P.R. 207/2010 con riferimento al redigendo progetto preliminare.

E’ prassi consolidata, infatti, che le aree inquinate o contaminate da amianto, oggetto di discariche o sversamento di rifiuti, vengano bonificate per poi essere riconsegnate all’uso pubblico attraverso virtuose operazioni di trasformazione urbana e di rigenerazione ambientale. Ne sono esempi noti e recenti i progetti di riconversione delle Aree dell’ Ex Fibronit in Bari, vero e proprio epicentro dell’inquinamento da amianto per un intero quartiere, che dopo le operazioni di bonifica diventerà un grande parco urbano e la stessa Forestazione Urbana del Quartiere Tamburi che riconvertirà e bonificherà una vasta area sensibile attraverso la fitodepurazione.

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